Intervista a Gisella Gellini – Light art, facciamola!
Senza sosta, donna di garbo e piglio deciso, GG crede più di ogni altra cosa nell’arte della luce e vorrebbe tanto che si smettesse di parlarne e si cominciasse a farla. A raccoglierla e custodirla. Ecco che insieme a Clara Lovisetti e Francesco Murano, Gisella Gellini sta preparando la partecipazione di un’esposizione di artisti italiani a Francoforte, nell’ambito dell’edizione 2010 di Luminale. Intanto, ha appena pubblicato con l’editore Maggioli “Light in art”, settantotto pagine di opere da Giovanni Anselmo a Jan Vancruysse e Michel Verjux. Indispensabile Abc di quest’arte che tanti credono di “sapere” invece “non fanno altro che decorazione”, ci dice un giovedì sera, alla Triennale di Milano, aspettando una conferenza di Gillo Dorfles.
Gisella Gellini è architetto “si interessa di ricerche sulla cultura della luce, con particolare riferimento alla Light Art, ottenendo la fiducia e la cooperazione del Dott. Giuseppe Panza di Biumo per la organizzazione di mostre di opere relative a questa Arte”, scrivono le biografie. Collabora con il laboratorio Luce e Colore del Politecnico di Milano e tra le ultime esposizioni ha curato le installazioni di Dan Flavin al museo Berardo di Lisbona, che a volte – si sa – è più facile “farlo all’estero” che nel Belpaese male illuminato.
Lei ha scritto nella premessa dell’ultimo suo libro che la “Light art ha origini lontane e il carattere effimero delle sorgenti e delle occasioni espositive ne impedisce l’organica e cronologica narrazione”. Perché, dunque la necessità di questo volume?
GG: “Molte opere di Light Art vengono allestite in occasione di manifestazioni ed eventi particolari ed hanno carattere effimero, una volta smontate di loro non resta traccia se non qualche immagine dispersa in rete o su riviste. Il volume raccoglie e commenta i lavori italiani di 56 autori di fama internazionale ed è accompagnato da un cd che illustra le opere con immagini ad alta definizione. Vogliamo dedicarlo agli studiosi, ai progettisti, agli studenti e a tutti coloro che amano la luce nelle sue manifestazioni artistiche”.
Cosa vorrebbe fosse creato per capire meglio e a fondo l’arte della luce?
GG: “Un archivio storico sicuramente. L’arte della Luce, per l’impatto emotivo che esercita sullo spettatore, riveste una importanza artistica e culturale molto significativa. Inoltre costituisce, sotto molti molteplici aspetti, il concetto ispiratore della tecnica della Luce. È quindi importante effettuare una ricerca tematica sui principali artisti che hanno concretizzato significative ed innovative realizzazioni, utilizzando la luce naturale ed artificiale come elemento espressivo. Il mio punto di vista è convalidato anche dall’incoraggiamento e dall’appoggio fin qui ottenuto da Giuseppe Panza di Biumo, tra i maggiori collezionisti ed esperti di arte contemporanea”.
A questo punto, ci illumini: cos’è la Light art?
GG: “E’ un’arte particolare, difficile da documentare, perché le opere realizzate con la luce hanno bisogno di un ambiente-spazio così raro e scarso e che bisogna modificare per renderlo idoneo ad ospitarle; le opere sono quindi difficili da trovare e hanno bisogno di continua manutenzione. Per queste difficoltà inerenti alla sua qualità è un’arte poco conosciuta e apprezzata solo da pochi addetti ai lavori e, essendo difficile da considerare come “un bell’oggetto”, è difficilmente conservata ed esposta.
Insomma, un’arte difficile, un’impresa difficile renderla ai posteri?
GG: “La grande varietà degli aspetti, la difficoltà di trovare la maggior parte delle opere fin qui realizzate, la scarsa conoscenza da parte del pubblico di questo tipo di espressione artistica rendono estremamente delicata un’opera di raccolta, classificazione e critica delle opere realizzate. Ritengo quindi che una ricerca sull’arte della Luce e la “memorizzazione” delle immagini, dei progetti dei filmati in un archivio informatico rivesta una grande importanza culturale e formativa. Questo, sia per quello che riguarda il passato che per quanto riguarda il momento attuale, nel quale, un rapporto Arte-Tecnica, con il progredire ed il diffondersi delle tecnologie, si sta modificando profondamente. Le ricadute in termini di know-how, visibilità e immagine per quanti partecipino al progetto non possono, quindi, che essere molto significativi”.
Nella foto: Gisella Gellini, curatrice dell’installazione “Light blade”, vicino all’opera realizzata in acciaio specchiante e neon da Nicola Evangelisti per Euroluce 2009 a Villa Reale (Milano), che doveva durare solo per il salone, ma è ancora visibile e l’artista vuole farne una donazione alla storica villa milanese.
(P.B.)
Tutti gli artisti in Light in art in Italy
Giovanni Anselmo, Carlo Bernardini, Andrey Bartenev, Ennio Bertrand, Christian Boltanski, Gianni Colombo, Silvano Constanzo, Walter Vallini, Chiara Dynys, Piero Fogliati, Jean-Baptiste Ganne, Pina Inferrera, Joseph Kosuth, Claude Léveque, Frederica Marangoni, Francois Morellet, Mario Nanni, Bruce Nauman, Jesús Rafael Soto, Studio Azzurro, Yann Toma, James Turrell, Luisa Valentini, Nico Vascellari, Bill Viola, Mario Airò, Romano Buratta, Enrica Borghi, Angela Bulloch, Daniel Buren, Francesco Casorati, Castagna & Ravelli Studio, Piero Castiglioni, Franco Raggi, Nicola De Maria, Odile Decq, Richi Ferrero, Carmelo Giammello, Jeppe Hein, Rebecca Horn, Kristin Jones, Jannis Kounellis, Marco Lodola, Luigi Mainolfi, Ingo Maurer, Mario Merz, Mario Molinari, Luigi Nervo, Franco Ottavianelli, Mimmo Paladino, Domenico Luca Pannoli, Giulio Paolini, Gaetano Pesce, Michelangelo Pistoletto, Nathalie Junod Ponsard, Luigi Stoisa, Oliviero Toscani, Patrick Tuttofuoco, Jan Vancruysse e Michel Verjux.
SCHEDA DEL LIBRO
Gisella Gellini, Francesco Murano
Light Art in Italy
Maggioli Editore
Rimini, 2009
Edizione: prima
Volume con cd rom
78 Pagine
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