PRISMA MECCANICO – Piero Fogliati
In Prisma Meccanico, sempre del 1967, un proiettore illumina una parete bianca con davanti un supporto di alluminio, che ruota su se stesso ad elevata velocità . Per effetto della rotazione, la luce si scompone nei suoi colori di base, arancio, viola, verde, blu, creando una visione di una doppia sfera di aria colorata: una sospesa nell’aria e l’altra sulla parete posta dietro l’oggetto. In questo lavoro Fogliati si avvia verso una nuova dimensione artistica in cui l’esito estetico si stacca dal supporto per visualizzarsi, in questo caso su una superficie dietro l’oggetto, ma in seguito nel vuoto, ovvero nella nostra mente.
La fisica ed in particolare l’ottica geometrica e Newtoniana si trasformano in poesia, l’esperimento scientifico mutua la prassi da cui discendono la legge e l’estetica; ma la meraviglia dell’alchimista che intuisce prima di comprendere avvolge di magia l’opera dell’artista e ammalia lo spettatore nell’estasi del risultato.