Dieci artisti, un linguaggio – Videointerviste a Luces – Parte seconda
Segue con questo numero la carrellata di videointerviste agli artisti italiani che a Francoforte sono stati ospiti del Museo Archeologico con la mostra Luces, curata da Gisella Gellini. Ecco le opere situate all’interno del museo, mentre nel numero precedente avete visto i lavori installati all’esterno della location, che così bene si è prestata ad accogliere nuovi linguaggi della luce tra i resti antichi.
Le opere presentate a Francoforte nella mostra Luces, all’interno del museo
Nino Alfieri – Eclisse
Parabola in alluminio diametro 200 cm, vernici fotosensibili, sistema dinamico con luci UV e incandescenza.
“Eclisse” è una parabola dal diametro corrispondente all’apertura completa delle proprie braccia, un richiamo a concetti rinascimentali, quando l’uomo era l’unità di misura. Una elettronica con dinamiche luminose è schermata al centro della parabola di alluminio dipinta con materiali fotosensibili. Alle luci UV e ad incandescenza, ogni colore reagisce svelando ciclicamente forme che svaniscono e ricompaiono dalle superfici. Le lente dissolvenze incrociate evocano il ritmo circadiano, emblema del rapporto tra al luce è il tempo.
www.ninoalfieri.com
Marco Brianza – Light Sympathy
Installazione: lampada a olio in terracotta,telecamera, computer, lampada a LED, dimensioni variabili.
L’opera propone un collegamento tra le ultime tecnologie in fatto di lighting, presentate in contemporanea alla fiera “Light+Building”, e le sorgenti di luce primordiali. Utilizzando un’antica lucerna romana – che brucia olio di oliva – già all’interno del museo, l’installazione cattura lo sfarfallio della fiamma mediante sensori e lo riproduce in tempo reale, amplificato, con sorgenti a LED di ultima generazione, rendendo la sua luce visibile all’esterno attraverso le vetrate gotiche dell’edificio storico, creando un legame di “syn-patheia” tra passato e presente.
www.marcobrianza.it
Paolo Calafiore – Anulus
Anello di luce, diametro 230 cm. LED bianchi 6000K, acciaio e polimetilmetacrilato sabbiato, alimentatore e centralina: dmx – 512
Al centro della navata destinata all’esposizione dei reperti appartenenti al periodo romano, un gruppo di colonne, basamenti e capitelli giacciono posati su una pedana metallica. Dalla parete retrostante un grande anello di luce dinamica, bianca e argentea, domina e scansiona le colonne rivelandone la forma, la materia, l’origine. L’anello, fin dai tempi dell’antica Roma, simboleggia l’eternità .
Intermittenze e bagliori, emanati da Anulus, creano un magnetico e catalizzatore ‘polo di luce’ misterioso ed enigmatico, che attraverso una sequenza di scie luminose irrompe nello spazio.
Un sofisticato sistema di controllo gestisce le variazioni di luce diretta e indiretta, che si irradiano nell’ambiente come provenienti dalle profondità dello spazio e del tempo.
www.paolocalafiore.it
Nicola Evangelisti – Light Pulse
Plexiglas, proiettore laser, acciaio. Altezza 200 cm.
Nella metafisica medievale il corpo dell’universo è determinato in quanto si manifesta, ‘appare’, essendo la sua forma prima, cioè la lux, auto-manifestativa. Esso è quantificato dal momento che la materia, non potendo espandersi all’infinito, arresta la spinta di espansione infinita della lux. La regolarizzazione dell’andamento caotico della luce ad opera della materia ed il controllo che compie su di su di essa intrappolandola e bloccandone la diffusione laterale tramite le superfici riflettenti del suo corpo geometrico lo rende vettore e propagatore di essa nella verticalità .
www.nicolaevangelisti.it
Gianpietro Grossi, Francesco Murano, Pietro Pirelli – Arpa di Luce
Installazione interattiva di luce e suono, composta da 11 “corde” di luce laser lunghe 10 metri.
Immaginiamo di sfiorare con le dita un fascio di linee di luce, tirate tra gli estremi di un grande spazio architettonico. Se ne esce il suono di un’arpa, l’architettura si è trasformata in un grande strumento a corde, la cui musica è quella preferita dagli dei, perché espressione dell’Armonia delle Sfere Celesti (Metamorfosi di Ovidio, libro 11). Con quel suono, assieme a Pitagora, volgiamo lo sguardo verso l’alto, scoprendo che il nostro agire musicale produce anche una serie bellissima di accadimenti luminosi. Lambita da oggetti oscillanti, l’arpa laser è sensibile alle azioni del pubblico e sentire e vedere coincidono nel medesimo gesto.
www.tecnosite.it
www.francescomurano.it
Johannes Pfeiffer – Il tempo passa (times is passing)
Intervento su alcuni dei reperti museali, con pellicola di plastica trasparente, vernici fosforescenti, luci di Wood.
La concezione di questo lavoro si basa sul luogo in cui si colloca questa opera: il Museo Archeologico di Francoforte, dove sono esposti numerosi reperti romani. L’installazione lavora con i reperti esposti, imballati con una pellicola trasparente e poi trattati con un colore fluorescente. Il tutto viene illuminato con luce di Wood. Questo crea un illusione, uno straniamento dell’oggetto originale che, nello stesso tempo, viene messo scenograficamente in vista. La forma estraniata richiama maggior attenzione sul passato di cui questi oggetti sono testimoni.
www.pfeiffer-arte.de
Marinellia Pirelli – Percorsi
“La luce bianca attraversa quel cubo dove ci sono segni incisi con il laser e proietta sulla parete un caleidoscopio di linee rette multicolori. (L’opera) è anche il modello di un oggetto più grande che vorrei realizzare per collocarlo in un ambiente semibuio, ma ci potrebbero essere dei limiti imposti del materiale usato, lastre di metacrilato dello spessore di 2 cm. Ho scelto la dimensione attuale per caso, ma ho poi scoperto che 30 cm è la distanza che la luce percorre in circa un miliardesimo di secondo”.
Donatella Schilirò – Intima
Polimetilmetacrilato colato ripiegato, stampa digitale e neon multicolore a luce modulare. Dimensioni: 75 x 200 x 10 cm.
“Intima” intende portare all’interno del museo immagini che abbiamo già acquisito e smarrito nella memoria. Percorrendo il contenitore museale ricordi residuali, frammenti visivi stratificati si inseriscono in un interscambio di valori della mente: una fusione visiva tra l’interno e l’esterno dello spazio creato da sovrapposizioni di ricordi visivi e riflessi reali contingenti. L’ombra del percorso sulla terra, come memoria della luce, si incontra con il cielo attraverso la luminosa scia di un aereo unendosi all’unisono in un unico viaggio. Il solco sulla sabbia, calpestato e negato nella sua effimera evanescenza materica, s’illumina di policromia in un lento e continuo mutarsi di luce e colore, fino a creare un’intimità misteriosa tra cielo e terra. Luce che muta con il passare del tempo e che non sarà mai uguale con lo scorrere dei giorni evocando la forza della vita, tecnica esclusiva sperimentata in laboratorio dall’artista. Il cielo e la terra interagiscono tra loro come in un dialogo intimo e questo segno che si compenetra crea uno ‘squarcio immaginario’ sulla terra. La trasparenza della materia svela attraverso il segno che nasconde la scrittura, la nostra vera essenza aiutati dal codice della scrittura.
www.luces.it
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